Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Avete mai sentito parlare della tassa sulle parrucche?
Ebbene, i governanti si sono inventata anche questa per fare cassa.
L’idea venne al primo ministro inglese William Pitt, che nel 1795 mise un balzello sulla polvere di farina, usata da decenni per rendere bianche e profumate le elaborate capigliature artificiali (ma anche naturali) di uomini e donne (vedi anche: https://www.pilloledistoria.it//2203/storia-moderna/versilles-1700-la-moda-dei-capelli-bianchi).
Colpiti direttamente nel borsellino, i nobili non ci misero molto ad abbandonare quella stravagante moda delle parrucche che aveva imperversato per gran parte del XVIII secolo, come dimostrano i tanti dipinti a noi giunti.
Tuttavia non ci si perse d’animo più di tanto e si optò per una soluzione più economica: la cera.
Quest’ultima era perfetta per tenere a bada anche le chiome più ribelli.
In tal modo si otteneva, con una minima spesa, un doppio effetto: non solo i capelli erano più belli, ma era anche più facile tenerli a posto.
Involontariamente quindi, la tassa sulle parrucche chiuse un’epoca e ne aprì un’altra, almeno per quanto riguardava la moda.
L’abitudine di distribuire cera sui capelli infatti fece furore e dall’Inghilterra non ci mise molto a diffondersi negli altri Paesi europei (Foto da: virtualblognews).
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