Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
L’articolo che segue riguarda la controversa figura di Giovanni XII, uno dei papi più dissoluti della storia della Chiesa.
E’ stato inviato a Pillole di Storia da Mauro Napoliello, già autore di questo articolo: https://www.pilloledistoria.it//13029/medioevo/vivere-nellalto-medioevo-manuale-di-sopravvivenza.
Nel ringraziarlo del contributo, invito voi lettori a dare subito un’occhiata al post: il personaggio è decisamente interessante e fuori dal comune!
Buona lettura.
Da sempre siamo stati abituati a pensare che il mondo della Chiesa sia avvolto da un velo di bontà e misericordia.
Preti, vescovi cardinali e papi, sono i portavoce di concetti di umanità e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Effettivamente, ai giorni nostri all’incirca è così che funziona, ma in passato le faccende ecclesiastiche, erano un po’ più complicate.
Prima dell’unità d’Italia, la Chiesa possedeva diversi territori della penisola centrale e il suo capo, cioè il Papa, non è sempre stato un esempio di bontà e misericordia.
Giovanni XII: un adolescente dissoluto sul soglio di Pietro
Ebbene sì, c’è stato un tempo in cui il Papa era l’esatto contrario di quello che conosciamo oggi.
Era giovane, sessualmente attivo, anzi fin troppo attivo e pagano: il sommo pontefice in questione era Papa Giovanni XII, il 130° della chiesa cattolica.
Siamo in un tempo assai remoto, nel X secolo d.C.
A Roma in quel periodo, il principe Alberico aveva assunto il potere nell’Urbe e mirava a riunificare in una sola figura il potere spirituale e quello militare.
Con il benestare dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone di Sassonia, Alberico fece sì che alla morte dell’allora Papa Agapito II, suo figlio Ottaviano rilevasse la carica.
Fu così che nel 955 d.C., il popolo di Roma assistette all’elezione di Papa Giovanni XII, l’uomo che riunì il potere spirituale con quello temporale.
Pur non avendo l’età per farlo, Ottaviano divenne pontefice a sedici anni, un adolescente alla guida del papato che si
contraddistinse per vizi, passioni carnali e ambizioni di potere: non proprio una santità!
Probabilmente a causa della sua discendenza nobile e degli ambienti che frequentava, il giovane Ottaviano non aveva avuto una buona formazione, quella degna di un papa ed una volta entrato nel Palazzo Laterano ne combinò di cotte e di crude.
Aveva una passione smodata per le donne e per i giovani, le sue stanze pullulavano di prostitute, un vero e proprio harem che foraggiava con doni e denari.
Appassionato di caccia, al gregge del suo popolo preferiva la selvaggina dei boschi.
Per non farsi mancare nulla, amava bere e ubriacarsi, brindando spesso e volentieri in onore degli antichi dei pagani, il tutto completato da atti di violenza a titolo personale e azioni di guerra nei confronti dei ducati vicini.
La Chiesa allo sbando e l’intervento dell’Imperatore
L’imperatore, dato l’andazzo, decise che fosse meglio passare un po’ di tempo a Roma con il giovane pontefice, onde evitare che la situazione peggiorasse ulteriormente.
Cosi nel 962 d.C. Ottone attraversò le Alpi con il suo esercito per trascorrere le festività natalizie nell’Urbe.
In sua presenza, Ottaviano si acquietò, giurò fedeltà e la situazione almeno per il momento tornò ecclesiasticamente tranquilla.
Terminate le festività, con la partenza in Germania dell’imperatore, tutto tornò esattamente come prima.
Le prostitute furono richiamate dai bordelli, perfino le donne in giro da sole per la città, venivano rapite dagli
uomini del papa.
Il Vaticano si coprì di debiti, i tetti dei palazzi crollavano e le fogne straripavano in mezzo alle strade.
Come se non bastasse, Giovanni cominciò a tramare alle spalle di Ottone.
Quest’ultimo, saputa la notizia, si mosse nuovamente verso San Pietro con l’intenzione di spodestare Giovanni.
Il giovane papa, come un ragazzo timoroso della punizione in arrivo, salì in carrozza con due amanti e fuggì verso un castello fuori città.
I romani, esasperati, aprirono le porte a Ottone e lo accolsero come un liberatore.
Venne istituito un sinodo per processare Ottaviano che nel frattempo spedì una lettera con la quale scomunicava l’imperatore e i componenti del sinodo e lanciava un anatema verso il nuovo eletto papa Leone VIII.
Il fatto bizzarro e un po’ comico comincia adesso.
Il ritorno di Giovanni XII, la vendetta e la morte
I romani, adirati per essere stati esclusi dalla scelta del nuovo pontefice, si scagliarono contro i soldati imperiali e per poco non ci lasciò le penne Ottone.
Dopo qualche settimana l’imperatore partì in guerra e fu allora che approfittando del malcontento del popolo verso il nuovo pontefice, Giovanni ritornò a Roma, con la conseguente fuga di Leone VIII.
La cosa che fa sorridere è che i romani lo accolsero a braccia aperte: probabilmente si ritrovavano nei suoi vizi.
A quel punto cominciò la vendetta di Giovanni: processò tutti coloro che lo avevano diffamato durante il sinodo e li fece mutilare orribilmente.
Siamo nel 964 d.C. e dopo alcuni mesi dal suo ritorno, papa Giovanni XII morì, esattamente il 14 maggio, forse ucciso dal marito di qualche sua amante.
Le fonti dicono che fu buttato dalla finestra.
All’età di ventisette anni lasciò il mondo terreno per finire non si sa bene dove, sicuramente non nella cerchia dei santi.
In fondo, questo ragazzo aveva trasformato la Chiesa nel peggiore bar di Caracas (Articolo scritto e inviato da Mauro Napoliello) (Foto da: festivaldelmedioevo.it, ilmessaggero.it, fattiperlastoria.it e festivaldelmedioevo.it).
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