Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Franco Zeffirelli si spegne a 96 anni nella sua casa romana e gli italiani scoprono che era un grande artista.
Probabilmente non si è mai parlato tanto di lui, e certamente non in termini così entusiastici, come in questi ultimi tre giorni.
Una pessima abitudine tutta italiana, che purtroppo non accenna a tramontare.
Troppo spesso in questo Paese bisogna morire per vedersi riconoscere i propri meriti.
Succede quando in vita non si è dalla parte giusta, intesa come quella più potente, affaristica, politically correct.
E di certo Zeffirelli, coraggiosamente e coerentemente, non fece mai mistero di trovarsi a suo agio al di là di quella barricata.
Nato a Firenze il 12 Febbraio 1923, il regista è stato un cattolico fervente, un anticomunista convinto, un omosessuale dichiarato che però non vedeva di buon occhio il mondo gay così come viene attualmente rappresentato.
Prese di posizione scomode, che di certo non gli hanno attirato la simpatia di gran parte della critica nostrana.
Che avrebbe dovuto essere imparziale ovvio, ma sappiamo come funziona.
Franco Zeffirelli e la critica italiana: un rapporto difficile
Ed ecco spiegato il motivo per cui Franco Zeffirelli ha avuto più successo all’estero, che da noi.
Il solo fatto che i suoi film, per la maggior parte produzioni internazionali, siano stati interpretati quasi esclusivamente da attori stranieri, rende l’idea delle difficoltà incontrate nel lavorare in Italia.
Il Maestro se ne crucciava, ma lo consolava non poco il riscontro positivo fra la gente.
“In Italia ho sempre avuto dei problemi ma il grande pubblico era dalla mia parte e mi ha dato tante soddisfazioni” disse.
Con Franco Zeffirelli scompare un uomo libero ed un artista geniale.
Attore, sceneggiatore, regista cinematografico, teatrale, operistico e televisivo autore di capolavori assoluti come Gesù di Nazareth, Fratello Sole Sorella Luna, Un tè con Mussolini, Il giovane Toscanini, Jane Eyre, Romeo e Giulietta, solo per citare alcuni dei titoli più popolari, con Zeffirelli se ne va un gigante del ‘900 e di questo primo scorcio di millennio.
Ci mancherà il suo carisma e persino il suo carattere da toscanaccio doc, ma Zeffirelli gode del privilegio degli artisti, ovvero continuare a vivere attraverso le proprie opere.
Ed ora che una folla immensa gli rende omaggio nei luoghi più prestigiosi dell’amatissima Firenze, ancora di più certa critica prezzolata e meschina appare in tutta la sua pochezza.
Ai detrattori di professione resta il fumo, a Franco Zeffirelli l’Immortalità che spetta ai grandi (Foto da: lastampa.it).
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