Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Lo zucchero fu per la cucina italiana rinascimentale una vera e propria ossessione.
In pratica, lo si aggiungeva a qualsiasi piatto.
Dagli antipasti ai dessert, passando per i primi, i secondi ed i contorni, non c’era pietanza che non ne prevedesse una abbondante spolverata.
In realtà, furono molte le novità che riguardarono la gastronomia dei secoli XV e XVI, ma l’uso piuttosto smodato del sale dolce, espressione con cui si indicava lo zucchero di canna, il solo all’epoca conosciuto, fu una delle più rivoluzionarie.
Da ciò derivò anche l’impulso ad una pasticceria completamente rinnovata rispetto al passato.
I motivi che portarono lo zucchero ad un successo così clamoroso furono diversi.
Fra i più importanti il fatto che esso riuscisse a bilanciare alla perfezione il sale utilizzato per la conservazione dei cibi e la possibilità, unito al succo di agrumi o all’aceto, di dar vita a sapori agrodolci, una moda del periodo.
E pensare che fino ad allora lo zucchero, sebbene conosciuto, era stato usato solo in ambito farmaceutico come spezia officinale.
L’utilizzo dello zucchero in cucina riguardò tuttavia solo l’Italia, poiché nel resto d’Europa si continuò ad abbondare in miele (vedi anche https://www.pilloledistoria.it//12396/storia-moderna/ciotole-tavole-rinascimentali) (Foto da: historiaregni.it).
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