Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog

infanzia di Lucrezia Borgia

Lucrezia Borgia nella serie tv “I Borgia”. L’infanzia di Lucrezia Borgia fu, per quanto ne sappiamo, piuttosto serena

Come fu l’infanzia di Lucrezia Borgia, una delle donne più chiacchierate (e calunniate?) della Storia?

Questa bella bambina bionda destinata a portare scompiglio nei sacri palazzi del Vaticano, nacque nel 1480 a Subiaco, vicino Roma, dal cardinale Rodrigo Borgia e Vannozza Cattanei, una donna di origini lombarde da molti anni residente nella città eterna.

Lui, nipote di Callisto III, divenne il famigerato papa Alessandro VI nel 1492, mentre lei, sua amante storica, si occupava delle gestione di locande frequentate anche da prostitute.

La famiglia di Lucrezia non era certo di tipo tradizionale: in pratica, la ragazza era la figlia illegittima di un papa pieno di amanti e non era neppure la sola.

Stabilire con certezza quanti figli abbia avuto Rodrigo è impossibile, ma da Vannozza ne ebbe in tutto quattro: oltre all’unica femmina, c’erano Giovanni, Cesare e Goffredo.

La donna inoltre, nonostante il legame poco ortodosso con il prelato, si sposò più volte.

Ma cosa sappiamo dell’infanzia di Lucrezia Borgia?

Non molto in realtà, ma pare che con la madre sia rimasta poco.

Ancora molto piccola, la ragazzina venne affidata alle cure di Adriana Mila Orsini, parente dell’ingombrante padre.

La donna se ne occupò con affetto e premura, l’educazione fu ineccepibile.

Fra l’altro, Lucrezia apprese la lingua d’origine, lo spagnolo, poiché la famiglia era originaria di Jàtiva, vicino Valencia (il vero cognome infatti era Borja).

La giovanissima Lucrezia era molto attratta da quelle terre lontane e sognava di trasferirsi lì un giorno, ma i parenti scelsero per lei una strada diversa.

Intelligente, bella e colta, essa divenne la pedina perfetta da spostare a piacimento nello scacchiere politico dell’epoca, assecondando l’insaziabile smania di potere dei familiari (Foto da: the-borgias.wikia.com).

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About the Author: Maria Paola Macioci