Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog

prostituzione

Un tipico bagno pubblico medievale, in realtà un luogo di esercizio della prostituzione

Come veniva vista la prostituzione nel Medioevo?

In linea di principio malissimo, ma nei fatti molto meno.

La sessualità fuori dal matrimonio era considerata peccaminosa e dunque sempre sbagliata, ma con il passare del tempo si divenne più tolleranti (ed ipocriti) nei riguardi del “mestiere più antico del mondo”, giudicato una sorta di male necessario di cui non si poteva fare a meno.

I motivi erano soprattutto due: da una parte la prostituzione serviva a controllare i più bassi istinti sessuali e ad evitare gli stupri, numerosi e persino giustificati se la vittima era una donna di umili origini, dall’altra era utile ai mariti insoddisfatti, visto che i dettami morali dell’epoca, anche in ambito coniugale, erano decisamente rigidi e prevedevano molti giorni di astinenza durante l’anno (ad esempio nel periodo quaresimale).

Si spiega così la grande diffusione, fra il XIV ed il XV secolo, di attrezzati ed apparentemente innocenti bagni pubblici, all’interno dei quali in realtà si celavano bordelli con tanto di stanze, letti ed esperte “massaggiatrici” (vedi https://www.pilloledistoria.it//3279/medioevo/i-bagni-pubblici-nel-medioevo-luoghi-pulizia-incontri-proibiti).

L’evidenza era chiara a tutti, ma ci si accontentava di tenere questi posti lontani dagli edifici sacri e, ancora meglio, fuori dalle mura cittadine.

Inutile sottolineare che l’indulgenza concessa ai mariti inappagati, o che tali si ritenevano, non era altrettanto permessa alle loro consorti, che soddisfatte o meno, certe distrazioni potevano scordarsele (Foto da: cantolibre.it).

 

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About the Author: Maria Paola Macioci