Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Ringrazio Stefania Di Pasquale, traduttrice e collaboratrice del gruppo di ricerca Pole-Nord Group Bruxelles, che si occupa di Rivoluzione Francese e della figura di Jean-Paul Marat in particolare, per aver inviato a Pillole di Storia l’articolo che di seguito riporto, ovvero la visione del Terrore e della caduta di Robespierre secondo lo storico Albert Mathiez (trovate i risultati del lavoro svolto da Pole-Nord Group Bruxelles a questo link: http://www.marat-jean-paul.org).
Personalmente prendo le distanze dalla posizione espressa dallo studioso, avendo io dell’avvenimento una visione in gran parte diversa, ma quello di Mathiez è il parere di uno degli storici più illustri in materia e tenta di far luce su un momento assai controverso della Rivoluzione, sul quale probabilmente c’è ancora molto da scoprire: buona lettura (leggete anche https://www.pilloledistoria.it//10320/storia-moderna/simonne-evrard-la-moglie-marat) .
Spiegato dallo Storico Albert Mathiez.
-Quando la Francia rivoluzionaria, aggredita alle frontiere dall’Europa delle monarchie e lacerata all’interno della lotta contro chi voleva scendere a patti con il nemico, il Comitato di Salute Pubblica capì che era giunto il momento di vincere o perire, concentrando le proprie forze in un estremo tentativo.
Robespierre, dall’animo così mite e umano, ebbe un ruolo decisivo, nella messa in opera di un sistema di repressione che doveva far provare paura ai traditori e ridurli all’impotenza.
L’uomo che all’epoca della costituente, quando la «pace» regnava, si era opposto alle prime leggi contro misure d’eccezione premature, che si era opposto alle prime leggi contro il clero e gli emigrati, che aveva assunto con coraggio la difesa di tutti i diritti e le libertà, aveva proposto invano l’abolizione dell pena di morte, fu trascinato poco a poco a dare la propria adesione al contributo della salvezza della Repubblica in pericolo da tutti i lati.
Nel 1793 la Francia era dilaniata dalle fazioni, la guerra civile si sommava a quella esterna, un partito potente (Gironda) si batteva apertamente per la vittoria del nemico, per poi creare una Francia federale ed arruolarvi un esercito, insieme al traditore Dumouriez.
Dopo l’insurrezione del 10 agosto, che tolse dal trono la monarchia traditrice, nel momento dell’invasione prussiana della Champagne, Robespierre prese l’iniziativa di far istituire il primo Tribunale Straordinario, che avrebbe dovuto giudicare i crimini contro la Rivoluzione.
I Girondini, uniti ai Realisti, fanno insorgere i dipartimenti, consegnando Toulon agli inglesi, Robespierre, Couthon, Collot d’Herbois, Billaud-Varennes, Danton e gli altri montagnardi, richiedono l’arresto dei responsabili.
Il 31 maggio 1793 i deputati girondini vengono arrestati, processati tramite il Tribunale Rivoluzionario e condannati alla ghigliottina nel ottobre 1793.
Toulon nella fine del 93′ era ancora sotto agli inglesi, e il Comitato di Salute Pubblica temeva che la brusca soppressione delle misure rivoluzionarie, la liberazione in massa dei sospetti, potessero scatenare una reazione violenta, che avrebbe travolto la Repubblica.
Ad incutere imprudenza concorrevano poi le imprudenze e le manipolazioni dei Dantonisti, i loro loschi intrighi a favore di una pace prematura, i loro legami sospetti con uomini corrotti o addirittura con monarchici dichiarati.
Il Comitato proclamò che non era il momento di paralizzare le energie della nazione e fece fronte con decisione sia contro gli estremisti di destra, sia contro quelli di sinistra.
Robespierre venuto a sapere dei gravi eccessi di alcuni membri del Comitato di Salute Pubblica, come i massacri fatti da Carrier a Nantes, il comportamento di Tallien a Bordeaux, le rapine e le stragi fatte da Barras e Fréron nel sud della Francia e gli eccessi di Fouché a Lione, Robespierre li fece tutti richiamare e cercò di bloccare la loro attività, togliendo il potere rivoluzionario dalle mani impure di chi ne aveva abusato.
Tutti questi proconsoli richiamati a Parigi vi rientrarono con l’animo colmo di rancore organizzando insieme l’uccisione di Robespierre, di Saint-Just, Couthon, Lebas, Augustin Robespierre e Dumas.
Robespierre in verità cercava MODERAZIONE, INDULGENZA, la sua sollecitudine contro i pregiudizi religiosi del popolo, la festa dell’essere supremo, il 20 pratile per far riconciliare i cittadini credenti con la Repubblica, sono tutte prove che stava mettendo fine gradualmente ai provvedimenti di eccezione e con la pacificazione totale del paese.
Si accusa infine Robespierre d’essere stato un dittatore, una specie di pontefice, senza la cui autorizzazione nulla poteva essere fatto.
Troppo facile prendere i Termidoriani sulla parola.
Nel Comitato di Salute Pubblica era in minoranza, all’epoca della sua presunta dittatura.
Il Comitato di Sicurezza Generale, che manteneva il Tribunale Rivoluzionario sotto il proprio controllo gli era ostile quasi all’unanimità.
Il 9 Termidoro non fu opera di uomini che volevano porre fine al terrore, ma al contrario di uomini che del terrore avevano abusato e che avrebbero voluto portarlo all’infinito, per crearsi una copertura.
Ma poiché questi uomini furono travolti dagli avvenimenti, non essendo riusciti a fermare la reazione che avevano innescato involontariamente, e dopo aver identificato per ragioni di tattica Robespierre, Saint-Just e Couthon con gli eccessi, si è formata la leggenda che questi ultimi siano stati la personificazione del Terrore (di Albert Mathiez) (Foto da: boomerangpress.com e it.wikipedia.org).
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