Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Un capo d’abbigliamento tipico della moda maschile settecentesca a ridosso della Rivoluzione Francese furono le culottes, come già scritto in questo post https://www.pilloledistoria.it//8234/storia-moderna/come-vestiva-un-nobile-francese-del-700.
Ma come erano fatte, precisamente, le culottes e in che modo si portavano?
Si trattava di eleganti calzoni corti, che si chiudevano poco più su del ginocchio con una fila di preziosi bottoni.
Le sottostanti calze di seta lucida e pregiata (oltre che costosa), restavano così totalmente a vista.
A completare la mise non potevano mancare le graziose scarpe a punta, corredate di tacco e grossa fibbia (spesso un vero e proprio gioiello).
Era questo il modo di vestire tipico dei gentiluomini più conservatori, fedeli ai dettami della moda in vigore fin dall’epoca di Luigi XIV.
Di lì a poco tuttavia, la furia rivoluzionaria avrebbe sconvolto e radicalmente mutato non solo la condizione politica e sociale del Paese, ma anche le abitudini di vita quotidiana dei cittadini, compreso il modo di vestire.
Non a caso una delle frange più estremiste e violente dei ribelli, si chiamò orgogliosamente sanculottes, ovvero “senza culottes”, proprio per il fatto di non indossare, con ostentato vanto, un indumento considerato tipico degli aristocratici (Foto da: baroque.it).
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