Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Luisa Ferida, vero nome Luigia Manfrini Farné, ed Osvaldo Valenti, suo compagno di vita e di sventura, furono gli attori più rappresentativi e celebrati del ventennio fascista (vedi https://www.pilloledistoria.it//8793/storia-contemporanea/luisa-ferida-toto-video).
Probabilmente solo a questo dato di fatto di per sé perfino banale, oltre che meramente oggettivo, deve essere ascritta la loro fine prematura, tragica e ancora oggi, a vari decenni di distanza, per molti aspetti oscura.
La coppia, 39 anni lui, 31 anni e incinta lei, venne fucilata dai partigiani il 30 Aprile 1945 con l’accusa di “collaborazionismo“, ma le circostanze che sfociarono in un epilogo tanto drammatico quanto, forse, evitabile, sono tutt’altro che chiare.
Innanzitutto, perché furono uccisi, veramente, la Ferida e Valenti, che pure non avevano mai partecipato alla politica attiva?
E poi, fu davvero Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica Italiana, a dare il definitivo ordine di fucilazione?
Premesso che una ricerca in tal senso è, per singolari quanto incomprensibili motivi tipicamente italici, volti a considerare ancora un intoccabile tabù qualsiasi avvenimento o vicenda riguardante questo periodo della nostra storia recente, e ciò nonostante il tempo sia inesorabilmente passato e la società completamente cambiata, una ricerca diretta a capire come si svolsero davvero i fatti – dicevo – è una questione alquanto delicata e affatto semplice, credo sia diritto, se non dovere, di ciascuno di noi, sforzarsi di studiare nella maniera più disincantata ed obiettiva possibile ogni evento che ci abbia preceduto, senza considerarne alcuni più “scomodi” di altri solo perché, stranamente, suscitano ancora dibattiti “politici” che, a mio giudizio, non solo non hanno ragione di essere, ma che ad epoche tanto distanti fra loro, appaiono addirittura ridicoli, oltre che fuori luogo.
Nei confronti della Storia ho da sempre lo stesso “vizio”, ovvero considerare, riguardo vicende e personaggi, al di là e al di sopra di qualsiasi altro, l’aspetto umano.
Per questo motivo le vicissitudini che hanno condotto ad una morte eclatante e violenta due persone tutto sommato normali come la Ferida e Valenti, che avevano votato la propria esistenza all’arte e non alla politica, che nessun crimine o delitto tanto grave, pare, avevano mai commesso a giustificazione, almeno parziale, di tanta mancanza di pietà nei loro confronti, non può lasciare indifferenti.
Il fatto che l’attrice fosse anche in attesa di un figlio poi, rende l’intera vicenda, se possibile, ancora più amara e triste.
In rete si trovano a riguardo numerosi articoli ed interi blog, da alcuni dei quali ho estrapolato i passi che di seguito riporto.
Sul sito valentiferida.blogspot.it, sui motivi della condanna e sul ruolo di Pertini è scritto: “a soli 31 anni ed incinta di un bambino, la Ferida fu uccisa dai partigiani all’Ippodromo di San Siro a Milano assieme a Valenti il 30 aprile 1945, con l’accusa di collaborazionismo e in particolare per aver torturato alcuni partigiani imprigionati a Villa Triste, a Milano, sede della banda Koch. L’accusa si dimostrò infondata al vaglio di prove e testimonianze, e lo stesso Vero Marozin, capo della Brigata partigiana responsabile della sua morte, ebbe a dichiarare, nel corso del procedimento penale a suo carico per quell’episodio: «La Ferida non aveva fatto niente, veramente niente». I due attori, infatti, pagarono ingiustamente con la vita la loro notorietà associata al regime fascista, ma non avevano alcuna responsabilità penale che potesse giustificarne la fucilazione per collaborazionismo. Sembra ormai accertato, sulla base delle dichiarazioni rese da Vero Marozin in sede processuale (“Quel giorno – 30 aprile 1945 – Pertini mi telefonò tre volte dicendomi: “Fucilali, e non perdere tempo!”) che il futuro Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini abbia avuto pesanti responsabilità morali nell’uccisione della Ferida e di Valenti (v.”Odissea Partigiana” di Vero Marozin – 1966 – “Luisa Ferida, Osvaldo Valenti – ascesa e caduta di due stelle del cinema” di Odoardo Reggiani – Spirali 2001). Pertini, oltretutto, si rifiutò di leggere il memoriale difensivo che Valenti aveva elaborato durante i giorni di prigionia, nel quale erano contenuti i nomi dei testimoni che avrebbero potuto scagionare i due attori da ogni accusa. La casa milanese di Valenti e della Ferida venne svaligiata pochi giorni dopo la loro uccisione. Fu rubato un autentico tesoro, di cui si perse ogni traccia”.
Su un altro blog, ritornoallatradizione.blogspot.it, è testualmente riportato: “…Valenti, che fino ad allora non aveva mai avuto incarichi nella compagine fascista, si arruola volontariamente nella Repubblica Sociale Italiana. Nel ’44 è tenente della Xa Flottiglia MAS. Nel frattempo, pare che la coppia frequenti Villa Triste a Milano, sede della famigerata Banda Koch. Dico “pare” perché non sono stati mai accertati legami tra quest’ultima e la coppia Valenti-Ferida. Nulla di certo, nulla di dimostrato; solo congetture e trame vigliacche, sufficienti per condannarli a morte. Difatti, il 10 aprile ’45 Valenti, forse per aver salva la vita e,soprattutto, quella di Luisa che aspettava un bambino, (la coppia aveva già concepito un figlio, morto purtroppo poco dopo la nascita), decise di consegnarsi spontaneamente ai partigiani. Si rifugiò in casa di Nino Pulejo, appartenente alle Brigate Matteotti, il quale però lo scaricò, affidando le due celebrità al comandante Marozin della Divisione Pasubio, che non era certo uno stinco di santo, dato che era stato trasferito a Milano dal Veneto per sfuggire ad una condanna a morte del CLN, (pensate!), per furti, abusi e altri crimini”.
Il 21 aprile Marozin incontra Sandro Pertini il quale chiede di Valenti; avuta la notizia della sua prigionia, il “grande presidente” ordina lapidario: “fucilali (quindi anche la Ferida, incinta! Ndr); e non perdere tempo. Questo è un ordine tassativo del CLN. Vedi di ricordartene!” … e ancora: “…bastò l’ intervento di Pertini a decidere la sorte dei due attori.
“…Così, il Valenti e la Ferida furono condotti in una cascina, ove vissero i loro ultimi giorni. L’attore subì un processo sommario, al termine del quale fu confermata la condanna a morte. Condanna che non fu mai comunicata al diretto interessato e che riguardava anche la compagna. Ignari della loro fine, i due innamorati furono caricati su un camion tra gente rastrellata. Giunti in via Poliziano, furono fatti scendere e messi faccia al muro. La donna stringeva in mano una scarpina azzurra di lana, destinata a scaldare i piedi innocenti di quel bambino che non vedrà mai la luce. Partì la raffica di mitra. I due caddero al suolo, stretti tanto nella vita quanto nella morte. Su di loro furono adagiati due cartelloni. Due scritte rosse dicevano: «I partigiani della Pasubio hanno giustiziato Osvaldo Valenti»; «I partigiani della Pasubio hanno giustiziato Luisa Ferida». Tre vite spezzate in colpo solo. Due vite probabilmente incolpevoli riguardo le accuse di collaborazionismo nazi-fascista e di aver compiuto ogni genere di atrocità a Villa Triste; una semplicemente candida.
Infine, da larosanera.it, sul ruolo di Pertini nella vicenda Ferida/Valenti:
La spietatezza del leader socialista fu, al contrario, ingiustificabile, nei confronti dei due attori cinematografici: Osvaldo Valenti e Luisa Ferida.
I due attori simpatizzarono col fascismo fino ai tempi della Repubblica di Salò: mentre Valenti operò in prima linea, la Ferida era totalmente estranea alla politica.
Osvaldo Valenti si adoperò per condurre trattative con i partigiani, ma questi ultimi non ebbero pietà: fucilarono entrambi i coniugi, nonostante lei fosse incinta.
I loro assassini ammisero l’innocenza della donna, ma questo non placò la rabbia: «La Ferida non aveva fatto niente, veramente niente. Ma era con Valenti. La rivoluzione travolge tutti».
L’ultima decisione fu di Sandro Pertini, che non ebbe alcun dubbio: “Fucilali, e non perdere tempo!”».
Da tutto ciò si evince, dopo circa 70 anni dagli avvenimenti, che la coppia Ferida/Valenti fosse del tutto innocente rispetto alle colpe loro attribuite e che il volere di Pertini, in merito alla loro fucilazione, fu determinante.
Tornerò sull’argomento (Foto da: ivid.it, movieplayer.it, corriere.it, e valentiferida.blogspot.it).
Se volete approfondire e leggere per intero gli articoli di cui ho riportato alcuni passi: valentiferida.blogspot.it, ritornoallatradizione.blogspot.it, e larosanera.it.
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